Il nome viene dal francese “escalope”, eppure la scaloppina è entrata nel giro dei grandi classici della cucina italiana che la propone soprattutto ai funghi, al limone, al vino bianco e al marsala.
Per scaloppina si intende una fettina sottile senza osso, preferibilmente di tagli pregiati di vitello o di manzo, che viene battuta, infarinata (per chi non tollera il glutine vanno bene anche la farina di riso o l’amido di mais) e rosolata nel burro per pochi minuti ma sufficienti ad ottenere una doratura sui due lati. Solo a questo punto, e non prima, si utilizzano gli ingredienti per formare il sughetto desiderato sul fondo della padella. Si riprendono le scaloppine per un ultimo giro di lancette ad insaporirsi in padella e a quel punto il piatto è pronto per essere servito.
