In cucina non è inusuale che provando a fare di necessità virtù si inventino piatti destinati a rimanere immortali. Le sarde in saor rientrano nella categoria dei piatti poveri che hanno fatto “carriera” fino a diventare un simbolo della cucina veneziana. Nasce infatti non a caso a Venezia, città di naviganti, gente abituata a rimanere in mare per tempi lunghi e che per ciò cercava sempre nuovi soluzioni per conservare il cibo. La prima versione di questo piatto risalirebbe al XIV secolo e prevedeva strati di sarde fritte alternati a cipolle saltate in padella con olio e aggiunta di aceto.

Ancora oggi si discute di quale sia la proporzione più adeguata tra le sarde e questo condimento agrodolce e anche se sia meglio sfumare con il vino. Inoltre nel tempo la ricetta si è fatta più complicata con l’aggiunta di uvetta ammorbidita in ammollo e pinoli.
Antipasto, spuntino, o piatto unico, le sarde in saor vanno fatte riposare per almeno mezza giornata prima di essere gustate.