Storie in cucina

Peperone quadrato della motta

DESCRIZIONE DEL PIATTO

La storia del peperone quadrato della Motta è legata a quella di Slow Food, il movimento culturale che difende la varietà dei prodotti agroalimentari dall’omologazione imperante.

Nel 2021 questo prodotto tipico astigiano, così particolare nella sua forma regolare con scanalature, è diventato Presidio Slow Food, ma questo è stato solo il punto di arrivo di un percorso iniziato 25 anni fa, quando Petrini scopre che quel peperone piemontese succoso che tanto gli piaceva era stato sostituito da un più conveniente ma ben diverso peperone olandese. Da lì l’idea del movimento dei Presidi di cui appunto adesso è entrato a far parte anche il peperone quadrato. La zona di produzione della Motta di Costigliole era considerata fino a pochi decenni fa una “piccola California”, poi la crisi dovuta all’invasione di prodotti di serra, la sostituzione con colture più redditizie come quella delle nocciole ed il conseguente rischio-estinzione per il peperone quadrato che oggi sembra scongiurato. Il seme del peperone quadrato della Motta era conservato nella banca del Germoplasma della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino. Recentemente è quindi riapparso negli orti della zona per volontà di alcuni agricoltori del posto desiderosi di restituire questo prodotto alle tavole locali. E’ il più grosso tra i peperoni dolci, è piuttosto carnoso, ha una buccia spessa, arriva fino a 20 cm di lunghezza e può pesare anche 500 g. La raccolta manuale inizia a luglio e prosegue fino ad ottobre.

Il peperone è un alimento poco calorico, privo di grassi, che però ha potere saziante. Andrebbe consumato crudo per evitare che le alte temperature possano compromettere l’alto apporto di vitamine. Il consumo deve essere comunque moderato, non solo perché non sono di facile digestione, in particolare quello verde, ma anche perché il principio attivo, la capsaicina può procurare bruciori.