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IL TE’ NERO, PERCHE’ E’ LA BEVANDA PIU’ CONSUMATA AL MONDO

Quando si dice che l’enogastronomia fa parte degli aspetti culturali rilevanti di un popolo, non si esagera. Ciò è più che mai vero quando si parla di una bevanda, il tè, il cui consumo è considerato fondamentale, anche dal punto di vista sociale, in molti paesi di aree del pianeta anche lontanissime tra loro. Terra madre di tutti i tipi di tè è la Cina: la più antica foglia di tè scoperta dagli archeologi in questo paese  risale al 2100 a.C. Circa. Furono i monaci buddisti a diffondere il tè in Oriente.

Tutte le numerose varietà di tè sono ottenute dalle foglie di un’unica pianta: la Camellia sinensis, un arbusto sempreverde appartenente al genere delle camelie. Il gusto e l’aroma delle varietà – ce ne sono più di mille e cinquecento-  possono variare a seconda della regione di crescita, della stagione, del terroir, del metodo di produzione e conservazione delle materie prime.

A seconda del metodo di produzione il tè si divide in sei gruppi: nero (in Cina viene chiamato rosso), verde, giallo, bianco, oolong e pu’er (postfermentato).

In base al luogo di origine il tè è anche classificato come: cinese, indiano, ceylon, giapponese, vietnamita, turco, ecc.

A seconda del tipo di lavorazione meccanica, il tè può essere: a foglia lunga, pressato  ed estratto.

In Europa è nota la tradizione inglese del cosiddetto “tè delle cinque”. Nell’Ottocento la Gran Bretagna cominciò a coltivare il tè nelle sue colonie India e Ceylon (Sri Lanka). Oggi in India si produce quasi il 30% del tè mondiale e i tè neri dello Sri Lanka sono tra i più apprezzati.

Il tè delle cinque, accompagnato da sandwich o fette di torta, è una sorta di merenda che di fatto viene servita in orari diversi dalle cinque, anche perché alle sei nel Regno Unito scatta già la cena. Tra gli inglesi è diffusa inoltre la consuetudine di macchiare il tè con un goccio di latte.

Il tè è apprezzato sia caldo per difendersi dalla rigidità dell’inverno, che freddo per dissetarsi e rinfrescarsi in estate. E’ una bevanda amatissima anche nell’Est Europeo, dove viene consumata ogni giorno almeno una volta. In Turchia, Russia e Iran è diffuso l’utilizzo del samovar come bollitore. Un oggetto diventato simbolo della Russia nell’Ottocento anche attraverso le opere di Dostoevskij, Gogol e Tolstoj.

Il tè nero, che è il tipo di tè più apprezzato in Europa, è anche quello che contiene più caffeina, tanto che una tazza nella quale sia stato lasciato in infusione per più minuti può arrivare a fornire più caffeina (da 50 mg fino a 100 mg) di una tazzina di caffè espresso (circa 80 mg). Quasi l’80% del tè prodotto nel mondo è tè nero. Secondo è il tè verde che costituisce circa il 20%. Una tazza di questo tè contiene circa 30 mg di caffeina. Il tè nero ha un gusto più intenso, mentre un buon tè verde si caratterizza per il profumo di erbe. Il tè nero si distingue dal tè verde per l’ossidazione che lo caratterizza e che permette al nero di mantenere il suo sapore molto più a lungo.

Questa bevanda contiene sostanze antiossidanti uniche, tra cui le teaflavine, che, infatti, sono responsabili della sfumatura rossa della bevanda. È noto che questa sostanza è in grado di abbassare il colesterolo. Il tè nero può anche ridurre gli effetti dello stress, inclusa la stabilizzazione della pressione sanguigna e la riduzione del rischio di infarto. Il tè verde è apprezzato soprattutto per la capacità di accelerare il metabolismo e facilitare il dimagrimento.

Da alcuni esperimenti è emerso che rimuovendo la caffeina dal tè  si perdono anche alcuni flavonoidi utili e quindi i benefici della bevanda sono notevolmente ridotti. Di conseguenza è meglio bere il tè tradizionale visto che contiene L-teanina, sostanza che dona una sensazione di relax. Per questo i monaci buddisti hanno scelto il tè come bevanda per preparasi alla meditazione

Quante tazze al giorno sono consigliate?

Da due a tre porzioni. Una tazza di tè migliora la mineralizzazione ossea del 5% e riduce  del 46% il rischio di sviluppare ipertensione del 46%.

Due tazze al giorno riducono del 26% il rischio di danni cerebrali legati all’età e del 35% il rischio di cancro della pelle.

Tre tazze offrono l’11% in meno di probabilità di avere un infarto e il 37% in meno di ammalarsi di cancro al seno.